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Storia di Giulianello

Dapprima terra volsca, poi fondo appartenuto alla famiglia di Giulio Cesare, piccolo agglomerato urbano e infine florido borgo con tanto di castello tra Medioevo e Settecento: la storia di Giulianello è tutta feudale.

 

Età antica e Medioevo

Il sistema di drenaggio ancora attivo sotto il lago di Giulianello lascia pensare che in origine la zona fosse abitata dai Volsci. In età romana, l’area fu chiamata “Fundus Julianus” perché appartenuta alla famiglia Julia, la stessa di Giulio Cesare. Nel periodo tardo-repubblicano i nobili romani vi edificarono alcune ville rustiche (domus cultae), fattorie in cui gli schiavi si dedicavano alle attività agricole. Ed è attorno a queste che si insediarono le prime famiglie.

Nell’XI sec. l’agglomerato assunse la forma di un classico castrum dell’epoca: in tutta Italia nobili locali raccoglievano tutti gli abitanti di un territorio circoscritto in un centro abitato dotato di castello e mura, assicurando loro una discreta organizzazione amministrativa e la difesa militare dalle incursioni dei barbari. Nacque così il “Castrum Juliani”, che trovò grande sviluppo tra 1100 e 1200.

 

Il periodo d’oro: le famiglie Conti, Salviati e Borghese

Nel XIII sec. il castello fu venduto alla famiglia Conti, di origine toscana, trasferitasi a Segni. A causa di lotte fratricide il Castello di Giuliano fu ridotto a tenuta nella seconda metà del 1400. A risollevare le sorti del feudo pensò Donna Costanza Conti nel XVI sec., ordinando la costruzione della Chiesa Parrocchiale e la ricostruzione del Castello, nonché opere di drenaggio idrico e il rinforzo delle mura perimetrali. Dopo il matrimonio di Donna Costanza con Lorenzo Salviati, Giuliano fu ereditata dal figlio della coppia, Antonio Maria Salviati. A lui si devono i lavori iniziati da Donna Costanza e la costruzione di edifici ad uso cantine, magazzini, granai e abitazioni per famiglie. Alla fine del 1700 Giuliano passò nelle mani dei Borghese, di cui si ricorda la figura del principe Camillo Borghese.

 

La fine del regime feudale nell’Ottocento

Con l’arrivo dell’esercito napoleonico, nel 1808 i principi Borghese persero il titolo di feudatari e divennero proprietari delle tenute di Giuliano. Il borgo divenne comune sotto il governo di Cori. Quando Camillo Borghese ebbe la possibilità di restaurare il regime feudale si rifiutò di farlo, rinunciando a tutti i diritti baronali. Giulianello entrò a far parte della Delegazione di seconda classe di Frosinone del distretto di Anagni, del governo di Valmontone e, come appodiato, del comune di Montefortino. Ma a poco a poco il paese si spopolò e divenne una città fantasma a causa dei continui contrasti tra signorotti locali per la spartizione delle terre. I terreni incolti e le acque non canalizzate crearono i presupposti per la malaria, che decimò la popolazione. Il borgo trovò nuova linfa vitale solo dopo la seconda guerra mondiale, grazie allo sviluppo di economie alternative.

 

Il Novecento: la famiglia Sbardella e le lotte contadine per gli usi civici

Il 1° ottobre 1908 la famiglia Sbardella acquistò le tenute di Giulianello e di Torrecchia e fece restaurare e decorare la chiesa parrocchiale. Ma la storia di Giulianello era ormai a una svolta: le crescenti rivendicazioni della comunità giulianese per gli usi civici sfociarono in una causa legale affidata agli avvocati Celli e Colombo, del foro di Velletri. Don Alarico Ciotti, sacerdote a Giulianello dal 1910, si impegnò nella costituzione della Lega Bianca dei Contadini, provocando una frattura definitiva con gli Sbardella. Alla fine di una lotta durata decenni, la popolazione giulianese ha finalmente visto riconosciuti gli usi civici sul territorio. Nel 2013, infine, è nata l’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico di Giulianello (Asbuc).

 

 

* Si ringrazia per la collaborazione a questa pagina Eugenio Marchetti.

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